
David Colgan Road to Kona Hawaii
PART 2: THE RACE, IRONMAN MALLORCA – SPAGNA
Parto con Debora di mercoledì ed all’atterraggio sull’isola ci brillano già gli occhi per i ricordi passati. Mi piace sentirla parlare in spagnolo e tendo a cogliere ogni occasione per lasciarle la gestione delle cose, la sua voce mi rilassa e mi tranquillizza.
I giorni precedenti alla gara passano secondo un classico rituale: registrazione e ritiro BIB (pettorale), rimontaggio e giretto in bici, corsa e nuoto. Tutto secondo un ordine che ho fatto mio e che considero scaramantico.
Alla vigilia arrivano i miei genitori, è una piacevole emozione pensare che anche loro parteciperanno e mi vedranno per la prima volta impegnato in una gara di triathlon. Ne parliamo assieme ridendo davanti ad una tazza di caffè e pianifichiamo quelle che saranno le migliori posizioni da spettatore per le varie frazioni. A Debora lascio quelle che saranno le mie previsioni sulla tabella di marcia, prendendo come riferimento quelle dell’anno precedente chiuso in 9h 34min ( anche se l’idea sarebbe di fare molto meglio…)
Lista alla mano preparo posizione e quantità di tutti gli integratori (gel, borraccia) che utilizzerò in questa lunga giornata. Posiziono i gel da prendere in zona cambio dentro il casco per T1 e le scarpe per T2, mentre i gel bici e corsa li sistemerò il giorno della gara stessa per evitare che si surriscaldino.
Controllato tutto parto per il bike check-in, studio la zona e prendo riferimenti che mi saranno utili per non perdere secondi preziosi domani durante le transizioni.
RACE DAY.
Mi sveglio alle 4 e preparo colazione, nulla di particolare o abbondante ma semplicemente quello che ho abituato il mio corpo a digerire facilmente nel corso di questi mesi. Una regola che mi pongo è sempre quella di evitare le colazioni d’albergo in quanto troppo ricche o ravvicinate alla partenza.
Arrivo presto in zona cambio e ci viene subito comunicato che la muta sarà consentita (per 0,1 gradi). Per molti è panico in quanto fuorviati dalle comunicazioni dei giorni precedenti lasciano la muta in albergo, e quindi corrono a prenderla. Fortunatamente io me l’ero portata dietro e questo mi permette di gestire il tutto con molta tranquillità.
20 min allo start, prima di posizionarmi all’interno dei cancelli di partenza abbraccio Debora ed i miei genitori e ci facciamo un paio di foto per ingannare l’attesa. Ed è in questi momenti che inizio a riscaldare le spalle, a ricordare gli insegnamenti di Willi, mio coach di nuoto, con le tecniche da lui insegnate.
SWIM START 3.8 km
Al momento della partenza, le prime sono bracciate di “territorio”, qualche pugno o calcio involontario ricevuto è la normalità per riuscire a ricavare un tuo piccolo spazio vitale che ti permetta di trovare un gesto quanto più possibile rilassato. Fisso come obbiettivo una boa dopo l’altra, conteggio spezzato dall’uscita intermedia all’australiana (dopo 2.4km), per poi riprendere nei restanti 1.4km.
Esco dal nuoto in 1h 7min, non un tempo da gran nuotatore ma comunque meglio rispetto all’anno precedente sia di cronometro ( 2 min) che di sensazione fisica in quanto sono rilassato e senza crampi. All’uscita vedo e sento Debora ed i miei genitori, la loro voce mi tranquillizza.
Entro in T1 come un razzo e non mi accorgo di un ragazzo inglese, fermato proprio in mezzo alla pedana probabilmente per cercare una lente a contatto persa che involontariamente travolgo. Faccio per aiutarlo ma lui con un sorriso mi indica la tenda di cambio e mi dice di non perdere un solo secondo, perché in 3 minuti dovrò: prendere la mia sacca blu – sfilarmi la muta – mangiare un gel – mettermi il casco, occhiali e pettorale – correre scalzo verso la bici ed uscire da T1.
BIKE 180 km
La mia frazione, il mio pane. Penso sempre a quello che mi ripete Debora, ovvero che la mia schiena è levigata ed incurvata dal vento e dalla posizione aerodinamica in bici, ed è vero perché parte di me sin dall’età di 9 anni.
I primissimi chilometri sono sempre i più delicati e pericolosi. Un po’ perché abbiamo tutti la testa che viene da un oretta di centrifuga in mare ed un po’ perché è molto facile essere tamponati da triatleti impegnati nel stringersi le scarpe, nell’accendere il GPS, nel mangiare una prima barretta. Queste sono le fasi dove preferisco accendere il motore e spingere più del previsto, più del mio medio a 160 battiti/ minuto, per non essere superato ma superare.
Dopo una decina di km ritorno sul ritmo gara, wattaggio medio a 240-260, cuore in zona di sforzo medio (151-155/min) ed un occhio ai parziali dell’anno prima che mi ero stampato ed incollato sulla bici, che non vorrei oltrepassare.
Oltre ad essere la frazione più lunga, la bici è anche quella dove ti devi alimentare al meglio. Il programma studiato con Lorenzo Bergami prevede gel ogni 45min (alternato con e senza caffeina), idratazione con acqua e pasto liquido a sorsi regolari ogni 20 minuti circa. I mie livelli energetici rimarranno costanti lungo tutto il percorso.
Superati i 100km inizia il percorso impegnativo che mi porterà oltre i 700mt, per un totale di 1400m di ascesa. I tratti in salita li percorro agile e con andatura regolare, è una salita interminabile e quando arriva la tanto sperata discesa non hai tempo di recuperare perché troppo tecnica, piena di tornati che rallentano la velocità che devo ritrovare rilanciando come se stessi scattando su di una bici tradizionale. A circa 30km dall’arrivo entriamo in un fortissimo temporale che non mi preoccupa più di tanto in quanto ormai su un tratto rettilineo e con curve dolci e pulite.
Supero tanti triatleti, decine, centinaia.. alla fine vengo a sapere che ne ho superati più di 500.
T2
Mentre scendo dalla bici rivedo per pochissimi secondi Debora che mi informa subito sulla mia posizione, 23esimo di categoria. Non ho molto tempo di pensare al fatto che ne dovrò superare almeno altri 18 per una qualifica, inizio a correre.
RUN – 42.2 km
I primi 4 km li faccio senza guardare al garmin, corro facile (forse troppo) perché passo di poco sopra 15’, 3’50/km di media. Il percorso prevede 4 giri e mezzo di un circuito di circa 9km che si snoda tra lungo mare e parte interna del paese di port D’Alcudia.
Tengo un ritmo regolare, passo medio di 4’15/km, mi alimento con gel prima di ogni ristoro per evitare che lo stomaco mi si chiuda e per mantenere stabili i miei livelli energetici.
Al primo passaggio Debora mi corre dietro per una decina di metri dicendomi che sto recuperando posizione e che tutti i ragazzi a Bologna stanno facendo il tifo per me collegati tramite pc sul sito dell’evento.
Cerco di ingannare la mente contando i giri, non i km… e questo mi da sollievo perché al passaggio al 21km mancano solo 2 e tutto mi sembra più facile.
Al “muro” dei 30km il mio passo è ancora incredibilmente constante, quando passo davanti ai miei genitore mi sento urlare che sono ottavo e che davanti stanno saltando tutti come dei birilli. E’ il momento di spingere mi dicono, ed io sorrido, perché nel mio vocabolario a questo punto della gara significa cercare di mantenere il passo, di resistere, una prova di pura resilienza.
Al ristoro prendo l’ultimo gel e bevo un sorso di coca-cola.. riconosco un AG della mia categoria, al mio stesso giro (lo vedo dai braccialetti) ed è in difficoltà, lo passo incrociando il suo sguardo, non ci sono parole ma c’è sempre massimo rispetto. Al 36esimo Debora mi dice “quinto!!”
I km che seguono sono un vago ricordo, ho preso la scia di un altro AG che non riuscivo a superare.. è li, a 50 metri di distanza e studio la sua fisicità. Dalle spalle larghe azzardo che sarà partito prima di me a nuoto, nel cancello sub 1 ora e che quindi in teoria avrò circa 3 minuti di vantaggio sul suo cronometro. Lo tengo nel mirino fino agli ultimi 500 metri dove con un allungo riesco a portarmi praticamente in scia, dopo il traguardo capisco che si tratta di un finlandese che ha il pettorale di un solo numero crescente più del mio.
Sulla Finish Line vedo Debora ed i miei genitori esultanti, con gli occhi lucidi. Mi gusto questi 20 metri come mai ho fatto prima, perché questa per me è stata la gara perfetta. Fermo il cronometro in 9h09min, 32esimo assoluto, 5 di categoria.. è KONA!
Ci metterò tempo a realizzare, mi ci vorranno settimane, forse realizzerò tra un anno perché dopo tutto, questo è il coronamento di un sogno, la storia di un risultato fortemente voluto e dichiarato e che mi sono andato a prendere, contro tutto e tutti..
And this is not the end, it’s a new beginning…
David